HomeEditorialeSuper Green Pass, se non cambiano le norme non è garantita l'apertura

Super Green Pass, se non cambiano le norme non è garantita l’apertura

Il Super Green Pass piace ai professionisti dell’ospitalità. Viene visto come la sola strada per evitare nuove chiusure. E così del resto ci dicono i politici.
Di certo, lo scopo della certificazione a doppio binario è indurre a vaccinarsi chi ancora non lo ha fatto.
Ovvero, circa il 15% della popolazione over 12.
Ma il virus continuerà a circolare. E i contagi saliranno (anche se diminuiranno i ricoveri). Per cui, attenzione. Se non cambiano le leggi in vigore, rischiamo di rimanerci male.

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Facciamo un passo indietro.
Salvo imprevisti, in giornata il Consiglio dei Ministri varerà il nuovo decreto che introdurrà il Super Green Pass.
Se così fosse, vaccinati e guariti muniti di certificazione potranno accedere a ristoranti, cinema, teatri, piscine, palestre, stadi. Gli altri, no. E per entrare nei luoghi di lavoro, in supermercati, farmacie e usare treni e aerei dovranno munirsi di un green pass temporaneo sulla base di un test di tampone antigenico o molecolare.

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Premessa: la doppia certificazione dovrebbe scattare già in zona bianca.
Quindi speriamo che nel nuovo decreto vengano cambiate le regole attuali.
Diversamente, le restrizioni scatterebbero per tutti, indistintamente, in caso di passaggio in zona gialla, arancione o rossa.
E ricordiamoci che già in zona arancione i bar chiudono alle 18, secondo le norme vigenti.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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