Ormai si rottama tutto, periodicamente escono incentivi per liberarsi di qualsiasi cosa o quasi… ma si può rottamare un vigneto? Eh pare di si, sta prendendo piede anche questa soluzione per far fronte alla crisi dei consumi del vino.
Nei mesi scorsi la Francia ha iniziato un’operazione di questo genere soprattutto nella zona di Bordeaux, in crisi da anni, tanto che il governo francese ha deciso di stanziare 30 milioni di euro per “liberare” il 10% della superficie totale coltivata a vigneti. E allora ecco che, vista l’importanza del paese e della zona che sperimenta questa soluzione, se ne è subito parlato anche come prospettiva per le nostre terre e per il nostro mercato.
Decisamente contraria a un’operazione di questo genere, l’Unione Italiana vini che nei giorni scorsi si è riunita a Barolo e dopo aver discusso ha concluso che questa non sia la strada corretta per far fronte a un problema. L’idea di finanziare l’espianto dei vigneti e quindi di fatto la cessazione (o riduzione) di attività, non piace proprio. Per i termini della proposta francese, di fatto il provvedimento è un invito all’abbandono più che un incentivo a una ristrutturazione, perché il finanziamento sarà percepito al 50% anche se non verrà reimpiantato il vigneto.
“La Commissione europea – ha annunciato il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi – ha fissato per il prossimo settembre il primo incontro del Gruppo di alto livello sul futuro dell’Ocm vino. Da Uiv sarà ferma opposizione alla distrazione dei fondi strategici, come quelli per la ristrutturazione e la promozione, ma ci sarà massima collaborazione nel considerare altre ipotesi per razionalizzare il potenziale produttivo del vigneto Italia”.
Più cauta la Conferderazione Italiana Agricoltori, che auspica si attenda di verificare l’andamento dei prossimi mesi: produzione, mercato, consumi e quindi delle giacenze; se la situazione non si sbloccasse, anche l’estirpazione potrebbe essere una misura da valutare.
