HomeBirraLa malteria più grande d'Italia: un investimento da 25 milioni di euro

La malteria più grande d’Italia: un investimento da 25 milioni di euro

Un progetto strategico per il futuro della filiera brassicola

Al via i lavori per la costruzione della malteria più grande d’Italia: negli ultimi anni, il concetto di filiera della birra artigianale in Italia ha registrato un’evoluzione significativa, grazie al crescente successo della bevanda e alla nascita di realtà e associazioni impegnate nella valorizzazione del settore. Tuttavia, permangono ampi margini di sviluppo e il recente annuncio di Italmalt, società del gruppo K-Adriatica, segna un passo fondamentale per la crescita della produzione di malto 100% italiano.

La nuova malteria di Loreo: il progetto prende forma

Dopo anni di pianificazione e iter burocratici, Italmalt ha ricevuto il via libera per la costruzione di un nuovo impianto a Loreo, in provincia di Rovigo. L’azienda, già attiva con un sito produttivo a Melfi, rifornisce importanti brand internazionali come Heineken, Peroni e Carlsberg, consolidando il proprio ruolo nella filiera brassicola.

Secondo quanto dichiarato da Giovanni Toffoli, amministratore delegato di K-Adriatica, la malteria sarà in grado di trasformare 50.000 tonnellate di orzo all’anno in malto per birra. L’obiettivo è quello di creare una filiera del cereale da 9.000 ettari nelle zone limitrofe, con un forte coinvolgimento degli agricoltori del Polesine.

Un investimento da 25 milioni per il futuro della birra italiana

Per la realizzazione dell’impianto, Italmalt ha stanziato un investimento di 25 milioni di euro, destinati principalmente all’acquisto di impianti tecnologici avanzati e alla costruzione dello stabilimento.

L’iniziativa avrà un impatto economico significativo: si stima che la nuova malteria darà lavoro a circa 200 persone, tra dipendenti diretti e indiretti. Oltre all’aspetto occupazionale, il progetto rappresenta un passo strategico per rafforzare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall’importazione di malto dall’estero.

Sostenibilità e innovazione al centro del progetto

La nuova malteria non sarà solo la più grande d’Italia, ma anche un esempio di sostenibilità ambientale. Il progetto prevede infatti:

  • Utilizzo di energia da cogenerazione per ottimizzare l’efficienza energetica
  • Recupero del 100% del calore prodotto nel processo di lavorazione
  • Riduzione del consumo di acqua del 35% rispetto agli standard attuali

Inoltre, lo stabilimento sarà altamente automatizzato e connesso a un sistema integrato di immagazzinamento, garantendo una gestione ottimizzata delle risorse e della logistica.

Un passo avanti per la filiera brassicola italiana

Grazie agli accordi con circa 800 aziende agricole del Nord e Centro Italia, la produzione della malteria di Loreo permetterà di coprire il 60% del fabbisogno interno di malto. Questo rappresenta un passaggio fondamentale per avvicinare l’Italia all’obiettivo di produrre birre autoctone 100% made in Italy, valorizzando al meglio le risorse nazionali.

Secondo Giovanni Toffoli, il progetto ha un forte valore strategico per l’agricoltura italiana, contribuendo al recupero e alla riqualificazione produttiva di aree agricole meno sviluppate. Un concetto condiviso anche da Confagricoltura Veneto e Rovigo, che ha sottolineato come la coltura dell’orzo nella regione sia in costante espansione: dai 2.446 ettari del 2021 ai 4.400 ettari stimati per il 2024.

La filiera della birra italiana tra sfide e opportunità

Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, il settore brassicolo italiano continua a dimostrare segnali di vitalità. Il biennio 2023-2024 è stato caratterizzato da incertezze e chiusure di numerosi birrifici, ma il progetto di K-Adriatica rappresenta una spinta positiva per la filiera, garantendo un nuovo impulso occupazionale e produttivo.

L’inizio della produzione è previsto per i primi mesi del 2026, segnando una nuova era per la birra italiana, sempre più orientata verso la qualità, la sostenibilità e la valorizzazione del territorio.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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