Quando si parla di “testi sacri” della mixology si pensa innanzi tutto ai ricettari e alle guide scritti dagli storici barman americani – a partire da Jerry Thomas e Harry Johnson – fra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento.
In occasione del ritorno in Italia dei Campionati mondiali Iba, però, vale la pena riscoprire uno dei primi libri italiani sui cocktail, opera di un pioniere della miscelazione nel nostro Paese, strettamente legato alla storia di Aibes e della stessa Iba.
Il libro in questione è “Cocktails“, pubblicato nel 1927 da Pietro Grandi. Una guida divisa in due parti, indispensabile riferimento per chiunque si occupasse di miscelazione di alto livello in Italia, che in quegli anni era appannaggio essenzialmente degli “american bar” dei grandi hotel, dove convergeva una clientela cosmopolita in grado di apprezzare questa tipologia di drink.
Il testo venne pubblicato in francese (la lingua internazionale dell’epoca) e in italiano, ma di quest’ultima versione pare sia pressoché impossibile rintracciare una copia.
E’ quindi una preziosa operazione di recupero, quella pubblicata nel 2020 a cura di Luigi Manzo di Aibm (Associazione Italiana Bartender & Mixologist). Che, a distanza di oltre novant’anni, ci restituisce una testimonianza storica ma anche un manuale ancora attuale. D’attualità sono i consigli contenuti nella prima parte, sulla posizione ideale del bar (in particolare negli hotel di lusso) nonché sui trucchi del mestiere, sui comportamenti e sull’abbigliamento del bartender.
E attuali possono essere anche le ricette dei cocktail che compongono la seconda parte, alcune delle quali appaiono essere riprese dal famosissimo “ABC of mixing cocktails” di Harry McElhone: certo, in cent’anni molti drink si sono evoluti in misura più o meno importante, ma la riscoperta delle loro radici è oggi un esercizio ampiamente praticato da molti bartender, sull’onda della valorizzazione delle tradizioni storiche della mixology.
Pietro Grandi, fra i padri della mixology italiana
L’autore, Pietro Grandi, è stato fra i primissimi nomi italiani a essere rimasti impressi nella storia del bere miscelato. Una solida esperienza dietro il bancone di alcuni dei più importanti alberghi d’Italia, dal Villa d’Este di Cernobbio al Grand Hotel de Russie di Roma, nel 1949 fu fra i fondatori dell’Aibes (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori), principale associazione di categoria nel nostro Paese e fra il 1957 e il 1959 diventò il primo presidente italiano (nonché il quarto in assoluto) di Iba (International Bartenders Association).
“Cocktails” è dunque il lascito di uno dei padri della mixology in Italia, un riferimento valido ancora oggi per qualunque appassionato di cocktail e anche per i professionisti della miscelazione. Nonché un documento che attesta il ruolo svolto dal nostro Paese nella storia del bere miscelato a livello mondiale.
Pietro Grandi
“Cocktails”
Sandit Libri
100 pp., 11,90 euro
Leggi anche:
“I have a drink”, alla scoperta dei cocktail passando dal cinema. Il libro