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Le bevande tradizionali del mondo: Albania

“Le bevande tradizionali del mondo”: un nuovo tour sulle strade del pianeta che inizia dall’Albania.

La rubrica ‘Giro del mondo in birra’, il cui viaggio è terminato due settimane fa, ha ben illustrato quale sia la grande importanza culturale e sociale degli antenati dei moderni prodotti brassati presso le popolazioni che hanno vissuto o vivono in tutto il mondo: un ruolo davvero centrale che, in molti casi, è condiviso con altre bevande tradizionali.

Il nuovo tour sulle strade del pianeta vuole raccontare la storia e le caratteristiche proprio di questi prodotti (riparleremo anche di birre ancestrali dato che, specie in numerosi Paesi dell’Africa, sono loro le protagoniste delle tradizioni locali): questo poiché numerosi territori, in tal senso, presentano una grande varietà.

Questo è il caso dell’Albania, da dove parte il nuovo racconto: lo Stato affacciato sul mar Adriatico, infatti, nonostante una popolazione composta solo da 2,7 milioni di abitanti, presenta una moltitudine di bevande tradizionali: questo è il frutto delle tradizioni plurisecolari delle diverse etnie che vivono qui.

Il primo esempio arriva dalla regione di Corizza, la più arida del territorio albanese e caratterizzata da un particolare clima mediterraneo. I villaggi di Boboshtica, Drenove e Trebicke hanno una lunga tradizione per quanto riguarda la coltivazione del gelso, che viene utilizzato per produrre una grappa fruttata diffusa anche in altre aree dei Balcani.

Per facilitare la raccolta dei frutti maturi, che avviene a inizio primavera, gli alberi vengono scossi con grande cautela e i frutti sono  sistemati in grandi tinozze di legno dove restano a fermentare per circa una settimana: al mosto, distillato due volte in alambicchi di rame, viene successivamente aggiunta dell’acqua per ottenere una bevanda dall’aroma equilibrato e con una gradazione alcolica del 45%.

bevanda Albania

Questa grappa si presenta di colore verde chiaro e sia al naso che al palato offre anche gradevoli sentori di erbe. La bevanda, ovviamente molto conosciuta nella propria area d’origine e in quelle circostanti, tuttavia non è facile da reperire nei negozi e nei mercati presenti nel resto dell’Albania.

Le quantità di questo distillato a base di more di gelso sono infatti limitate poiché spesso è prodotto esclusivamente in ambito domestico per essere utilizzato durante i brindisi o come liquore a fine pasto soprattutto in occasione d’importanti eventi quali ricorrenze religiose e banchetti nuziali.

Il lëng shege, invece, è una bevanda che viene preparata tramite la fermentazione dei melograni, piante molto diffuse nella regione del fiume Vermosh situata nel nord dell’Albania: si tratta di un prodotto tradizionale che si contraddistingue non solo per un gradevole sapore dolce, ma anche per le sue proprietà digestive.

La preparazione del succo inizia nella seconda metà del mese di novembre quando avviene la raccolta e la selezione dei frutti: è molto importante raccoglierli quando non sono umidi. Le botti per lo stoccaggio, inoltre, devono essere ben asciutte e, in precedenza, non devono essere state utilizzate per contenere degli altri liquidi.

lëng shege

La polpa ottenuta dalla macerazione del raccolto viene mescolata con lo zucchero (in un rapporto di 1 kg di zucchero per 1 kg di frutta) e lasciata fermentare in un luogo fresco per una settimana: il contenuto, inoltre, deve essere mescolato tre volte al giorno.

Il succo, che si presenta di colore cremisi, viene quindi filtrato due volte prima di essere imbottigliato: generalmente, una volta pronto, viene degustato in piccole quantità da solo o miscelato con acqua, grappa o vino rosso sia prima dei pasti che successivamente.

 

Un’altra bevanda tradizionale è il raki di corniolo assai diffuso sempre nel nord del Paese, specie nella regione bagnata dal fiume Drin e abitata dalla minoranza etnica degli Shala (il nome deriva dai termini albanesi ‘shale’ e ‘shalesine’ che indicano  i terreni aridi e infertili).

Il frutto di questa pianta, localmente conosciuto con il nome di ‘thana’, si presenta   di piccole dimensioni ed è simile ad una ciliegia oblunga di colore rosso scuro: si distingue inoltre per un sapore molto acido che dona al prodotto finale un sapore unico, caratterizzato dalla quasi totale assenza di note aromatiche dolci.

La raccolta dei frutti, che devono essere ben maturi, avviene nel periodo estivo:    una volta selezionati, vengono riposti a fermentare all’interno di barili per un paio  di mesi. Al termine della fermentazione sono distillati e, in questo modo, si ottiene la raki di corniolo, una bevanda che a differenza delle altre della medesima tipologia, assai diffuse in tutti i Balcani, non viene consumata tutti i giorni, ma è riservata alle ricorrenze culturali e religiose più importanti.

La prima tappa del nuovo viaggio, dedicata all’Albania e a tre prodotti tradizionali realizzati in questo piccolo territorio, ben dimostra quindi quanto sia variegato e affascinante il panorama mondiale delle bevande tipiche, che rivestono un ruolo di grande importanza nella storia e nella cultura dei popoli di tutto il pianeta.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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