L’universo brassicolo è in continua evoluzione in ogni suo aspetto: l’offerta di birre, ad esempio, è in costante aumento grazie alla nascita di nuovi marchi che lanciano sul mercato anche numerosi prodotti innovativi, con i quali riescono a fidelizzare sempre più appassionati dell’antica bevanda.
Basti pensare a quanto successo in Italia, dove, negli ultimi dieci anni, il numero dei birrifici attivi è triplicato, superando la quota record di 1085 realtà operative nel 2022: uno sviluppo che, inoltre, ha fatto salire la domanda di materie prime 100% made in Italy, con il luppolo che, dallo zero di pochi anni fa, oggi ha raggiunto un milione di metri quadrati coltivati lungo la penisola.
Parallelamente, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, si sta sviluppando sempre più il turismo legato al mondo della birra che consente a diverse realtà produttive di veder crescere i propri profitti: in tal senso, un esempio, che riguarda il nostro Paese, è il celebre Forst di Merano che, anche grazie al suo ristorante, aspetto non secondario, attira turisti da tutta Italia e non solo.
Negli ultimi tre anni, infatti, quasi un viaggiatore su cinque ha visitato un birrificio o ha partecipato a un evento legato alla birra: questo quanto emerge dal Rapporto 2023 sul Turismo Enogastronomico Italiano, redatto da Roberta Garibaldi, autrice di numerosi studi e saggi riguardanti questo tema.
Senza dubbio però è da circa un decennio che il mondo brassicolo artigianale italiano ha avuto un notevole impulso grazie alla nascita di centinaia di microbirrifici che hanno fatto della creatività, dell’innovazione e delle nuove sperimentazioni i loro marchi di fabbrica, anche grazie alla grande disponibilità e all’utilizzo di materie prime (con un ventaglio sempre più ampio) dei diversi territori.
Queste realtà produttive sono diventate un presidio territoriale, luoghi nei quali si produce buona birra e dove gli appassionati possono scoprire la particolare alchimia che c’è dietro la sua realizzazione: raggiungerli e visitarli, negli anni, ha portato allo sviluppo del turismo della birra che oggi coinvolge migliaia di persone sempre più desiderose di scoprire nuovi percorsi.
È nata così “Turismo birrario – guida per viaggiatori in fermento”, edita dalla casa editrice Lswr: la prima raccolta di volumi dedicati al turismo birrario italiano. Composta da quattro tomi, uno per ogni macro area della Penisola, descrive i percorsi turistici legati all’antica bevanda, in modo particolare quelli ancora meno visitati.
Sessanta, complessivamente,sono gli itinerari proposti che permettono di visitare anche l’Italia meno nota e che sono stati creati sia per i cultori della birra di qualità che per i viaggiatori per vocazione, i quali potranno trovarvi numerose indicazioni per poter soddisfare le loro passioni e i loro interessi.
A curarla, lo scrittore veronese Luca Grandi che spiega: “Il modo di fare birra dei mastri birrai italiani ha aggiunto creatività anche agli stili più classici, introducendo novità produttive impensabili fino a qualche tempo fa e questo grazie soprattutto all’immenso e unico patrimonio agroalimentare italiano”.
Non è infatti inusuale trovare nelle bevande artigianali ingredienti della terra come frutta, verdura, spezie, cereali e persino fiori ed erbe aromatiche. La filiera brassicola si è così allargata e sono stati aggiunti agli ingredienti base della birra, ovvero acqua, malto e luppolo (gli ultimi due oggi prodotti autonomamente da molti birrifici) i prodotti tipici del territorio in cui ciascuna realtà produttiva opera.
Si è così sviluppato, in questi ultimi anni, il turismo della birra, un fenomeno che da tempo è al centro delle strategie di marketing di diverse aziende di settore. Questa guida vuole quindi descrivere e raccontare percorsi turistici originali, descrivendone le specificità territoriali e naturalistiche e dove trovare i microbirrifici che, per qualità delle birre offerte, legame con il proprio territorio e creatività hanno saputo innovare un comparto ancora nuovo nel nostro Paese, ma in rapida crescita.
Ogni itinerario proposto è il risultato di un lavoro fatto a più mani da esperti di turismo ed esperti di birra: il volume sul Nord-Ovest è stato curato da Alberto Calderoni, Gabriele Navoni e Andrea Camaschella; il Nord-Est è stato scritto da Pierluigi Bruzzo, Gabriele Navoni e Luca Grandi; il Centro è stato redatto da Giulia Vinci e Matteo Ferrigno; il volume Sud e Isole, infine, è ad opera di Naike Mulas, Luca Pretti e Andrea Camaschella.
Per ciascun percorso, gli autori suggeriscono i microbirrifici in cui fare tappa e nei quali è possibile trovare e degustare birre creative e dai sapori unici, frutto di anni di lavoro e sperimentazioni dei mastri birrai di tutta Italia: prodotti nati anche grazie al patrimonio agroalimentare italiano che, come noto, è unico al mondo per quantità, ma soprattutto per qualità.