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Il gin? E’ nato in Italia. O quasi. Vodka e tequila, invece…

Sapevi che il gin affonda le sue origini in Italia? E che la vodka, più che in Russia, è nata il Polonia? O che il tequila è “figlio” del mezcal?

Ecco tre curiosità “storiche” che forse non conosci sulle origini di alcuni dei distillati più noti e diffusi al mondo.

Il “gin” salernitano

Come riporta Fulvio Piccinino nel suo libro “Saperebere“, in un libro del 1266 l’olandese Jacob van Maerlant cita in un libro alcuni rimedi per lo stomaco e l’intestino basati sull’utilizzo di bacche di ginepro cotte nel vino. Ma è in particolare la Scuola Medica di Salerno, nello stesso periodo, a perfezionare gli alambicchi in cui far macerare vino e bacche di ginepro. Realizzando a questo scopo il primo orto botanico di cui abbiano testimonianze storiche in cui viene coltivato anche il ginepro.

Certo, il prodotto ottenuto dagli alchimisti salernitani è un lontano antenato del gin ma non può essere ancora definito come tale, dal momento che – almeno per quanto ne sappiamo – non veniva eseguita una vera e propria distillazione, che troveremo solo nel secolo successivo per la realizzazione di preparazioni per combattere la peste.

Per conoscere le successive fasi della storia del gin, clicca qui.

Vodka, dalla Polonia alla Russia

La paternità della vodka è alla base di una storica diatriba fra Polonia e Russia. Documentazione storica alla mano, la parola wodka (sì, con la w) compare per la prima volta in Polonia nel 1405, su un registro del voivodato di Sandomierz.

Di poco successiva (1430) è comunque la testimonianza della prima ricetta di vodka russa, realizzata dal monaco Isidoro attraverso la fermentazione del pane. E fu proprio in Russia, più ancora che in Polonia, che vide la luce gran parte delle prime distillerie dedite alla produzione di vodka, tanto che nel 1649 lo zar Alessio promulgò un codice imperiale per regolare il settore.

Alla Russia si deve anche, sia pure indirettamente, la diffusione della vodka in Europa. Dopo la rivoluzione del 1917 e la presa del potere da parte dei bolscevichi, infatti, diversi appartenenti alla nobiltà, proprietari di distillerie in patria, emigrarono verso occidente per sfuggire alle epurazioni del nuovo regime. Qualche nome? Smirnoff (fuggito prima in Turchia, poi in Polonia e quindi in Francia) o Keglevich (approdato a Trieste).

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ph. Nicole Cavazzuti

Dal mezcal al tequila

A chiarire come il tequila derivi da un altro distillato messicano a base di agave, il mezcal, è Cristian Bugiada, fra i massimi conoscitori della materia in Italia, socio di Freni e Frizioni nonché fondatore con Roberto Artusio de La Punta Expendio De Agave, a Roma. “Fino al 19mo secolo tutto era mezcal, allora chiamato ‘vino de mezcal de Tequila'”, spiega; “Finché i due distillati non iniziarono a differenziarsi nel processo di lavorazione del prodotto quando, durante la rivoluzione industriale, per la produzione vennero introdotti i forni a vapore”.

Risultato? “Ne derivò un distillato molto più fruibile, non più caratterizzato da una nota di fumo e più vicino al gusto dei consumatori americani. Il tequila, appunto. Che da quel momento prese una sua strada, ben distinta da quella del mezcal, diventando popolare negli Stati Uniti e nel mondo tanto da essere riconosciuto come il distillato per eccellenza del Messico”.

Ma la storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi. Così, continua Bugiada, “da qualche tempo assistiamo a una riscoperta del mezcal, grazie al fascino della sua ancestralità basata su tecniche di lavorazione antiche e su una tradizione che si tramanda di padre in figlio”.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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