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Giro del mondo in birra: Capo Verde con la birra Strela, sua referenza auctoctona

Continua il nostro giro del mondo in birra e questa volta andiamo a Capo Verde, uno dei Paesi più piccoli al mondo, può raccontare una storia di prodotti brassicoli locali.

Oltre ai più celebri marchi internazionali, troviamo un birrificio che produce anche una birra autoctona: il Sociedade Caboverdiana, che vede nella birra Strela la sua referenza auctoctona.

La birra si sa, è una delle prime bevande ad essere state inventate dall’uomo come dimostra la recente scoperta in Egitto del birrificio più antico del mondo risalente al 3000 a.c. circa: a questo fatto, specie negli ultimi anni, si è unita una produzione birraria sempre più diffusa e che ora coinvolge anche gli Stati più piccoli del mondo nei quali mai ci si aspetterebbe di trovare dei prodotti brassicoli locali.

In una delle prime tappe del viaggio ad esempio abbiamo scoperto il birrificio Boris Craft di Andorra che con i suoi 77mila abitanti circa è uno dei Paesi più piccoli del mondo. Questa volta invece è il turno di Capo Verde che, ufficialmente, non appartiene alla categoria dei micro stati come il precedente, ma che con i suoi 500mila abitanti ed un’estensione territoriale di appena 4mila km² rientra nella categoria dei Paesi più piccoli del mondo.

L’arcipelago, costituito da dieci isole di origine vulcanica e situato nell’oceano Atlantico al largo delle coste del Senegal, prende il nome dall’omonima penisola che che costituisce il punto più occidentale dell’Africa continentale. Colonia portoghese fino al 1975, nel corso dei secoli, per la sua posizione, ha costituito una base perfetta per le navi mercantili in viaggio fra l’Europa e le Americhe.

Anche Cristoforo Colombo nel corso del suo terzo viaggio transoceanico (1498) fece tappa qui annotando nel suo diario di bordo che le isole di Capo Verde “Hanno un nome ingannatore perché sono alquanto aride e io non vidi in esse alcunché di verde”: vi trovò infatti solo delle capre selvatiche e delle grandi testuggini.

Il continuo passaggio di esploratori europei nel corso dei secoli ed il fatto che alcuni di questi (italiani, portoghesi, spagnoli ed inglesi) abbiano deciso di stanziarsi in questo arcipelago, ha fatto in modo che, con il passaggio delle conoscenze di generazione in generazione, anche in queste isole si sia formata una certa cultura della birra e che oggi sia una delle bevande più apprezzate in queste terre.

Non deve quindi sorprendere del tutto che in questo arcipelago, oltre ai più celebri marchi internazionali, come Heineken, si trovi un birrificio che produce anche una birra autoctona: si chiama Sociedade Caboverdiana di Cerveja e Refrigerantes, è stata fondata nel 2006 ed ha sede nei pressi della capitale Praia.

L’azienda, che produce anche bevande analcoliche ed è di proprietà del gruppo Coca-Cola, ha nella birra Strela la sua referenza auctoctona che viene esportata anche in diversi Paesi dell’Africa ed in Portogallo. Un prodotto molto apprezzato considerando che a Capo Verde è la seconda più consumata ed è arrivata a coprire il 35% delle quote di mercato.

Strela, Birra Capo Verde

Per quanto riguarda le caratteristiche peculiari di questa birra, si tratta di una lager leggera (gradazione alcolica 5%) che presenta un’abbondante schiuma ed un corpo di un intenso giallo dorato. Si distinguono gli aromi del mais e del grano e vengono messe in risalto le note amare date dai luppoli utilizzati.

Nel 2016 la Strela ha ricevuto il prestigioso ‘Premio di qualità superiore’ conferitole   dall‘International Taste & Quality Institute (iTQi) di Bruxelles. Un attestato che evidenzia due dati di fatto: il primo è che la produzione brassicola è sempre più diffusa nel mondo, anche in luoghi ai quali i più non penserebbero, il secondo invece è che questa, sempre più spesso, è anche di qualità.

Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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