La finocchiona e il prosciutto di Norcia (e tanti altri salumi toscani e umbri) potranno tornare sulle tavole degli Stati Uniti, ora è ufficiale.
si è dunque concluso l’iter per il riconoscimento della Toscana (e dell’Umbria) come regioni libere dalla “malattia vescicolare suina”, dunque non vi saranno più ostacoli all’esportazione dei prodotti artigianali a base di carni di suino a bassa stagionatura (meno di 400 giorni).
Grande soddisfazione da parte di tutte le autorità per un percorso che è stato lungo, ha comportato intense relazioni con le autorità americane preposte alla sicurezza veterinaria e alimentare, ma che finalmente ha dato il suo frutto consentendo a tante specialità tradizionali di rientrare dalla porta principale in un mercato che già si preannuncia molto importante. Per quanto riguarda la finocchiona in particolare, della produzione certificata IGP, circa l’80% è stata finora destinata al mercato italiano mentre un 11% andava in Germania, ora si prevede che la riapertura del mercato USA comporterà un aumento delle richiesta di circa il 13,5%.
La produzione della Finocchiona avviene con l’utilizzo di carne di spalla e pancia di maiale (parti dunque piuttosto pregiate); la carne viene poi macinata e mescolata con le spezie tra cui ovviamente in particolare il finocchio, che conferisce il tradizionale aroma; dopo essere insaccate nel budello naturale le finocchione vengono poi appese a stagionare e asciugare per periodi variabili a seconda del grado di stagionatura che si vuole nel prodotto finito
“Una buonissima notizia – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – che tutti attendevamo da tempo, un traguardo che è stato raggiunto grazie al lavoro di squadra fra istituzioni e produttori, che riapre il mercato da sempre molto attento ai sapori e alle tipicità della Toscana. Un salume come la finocchiona che tanto racconta della tradizione gastronomica toscana, non può mancare sulle tavole di oltreoceano”.