HomeEditorialeCambiamo le regole e diciamolo: il Covid (nei vaccinati) oggi è blando

Cambiamo le regole e diciamolo: il Covid (nei vaccinati) oggi è blando

Covid: cambiamo lo stile di narrazione sul tema. E, di conseguenza, le strategie in atto. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato tutte le persone che hanno avuto contatto con un positivo. E nemmeno imporre ai vaccinati di subire le stesse restrizioni di chi non è protetto, a fronte di conseguenze leggerissime per la propria salute in caso di contagio.

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Milano ai tempi del coprifuoco

Basta contare gli ammalati. Il Covid nei vaccinati oggi non è malattia devastante. Al contrario, ormai dà molto spesso sintomi lievi (simil influenzali) e di breve durata. E questo vale sia per la variante Delta che per quella Omicron.

A osservare i dati sugli effetti recenti del Covid, è chiaro. La variante Omicron è molto più trasmissibile della Delta (ben 5 volte di più), ma non procura effetti gravi.
Anzi. Nei vaccinati con almeno due dosi, i sintomi sono per lo più lievi (simili a quelli influenzali) e di breve durata. Olfatto e gusto non si perdono, si accusano però spesso febbre e/o tosse. In generale, comunque, è come un raffreddore. E dura anche solo un paio di giorni. La verità è che la variante Omicron causa sintomi lievi a 9 vaccinati su 10: in genere, tosse e raffreddore.

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Bisogna cambiare strada. Radicalmente. Intanto, smettiamo di preoccuparci troppo. Di contare i contagi. Non sono importanti. Non così. Piuttosto, andrebbero raccontati in chiave positiva. Ovvero: grazie al vaccino, diminuiscono morti e terapie intensive. Inoltre, i sintomi sono leggeri.

Siamo d’accordo con Matteo Bassetti
, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova: “Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”.
Anche perché “il rischio, continuando così, è di trovarci tra pochissimo tempo con milioni di persone isolate e in quarantena. E allora chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale?”.
C’è solo una cosa da fare. “Usciamo dalla visione del Covid come malattia devastante e entriamo nella fase endemica con una malattia più gestibile (nei vaccinati) costruendo regole diverse. Altrimenti sarà durissima”, osserva Bassetti. Indiscutibile.

Ci sarebbe da dire pure sull’obbligo di indossare la mascherina per strada e addirittura di usare il modello Ffp2 per andare al cinema o a teatro.
Per ridurre il rischio di un simil raffreddore, uccidiamo il settore dello spettacolo e consolidiamo nella gente l’abitudine a stare a casa. Di riflesso, miniamo il mondo dell’ospitalità. Perché uscire, affrontare il freddo e pagare il biglietto, se poi ci si trova a respirare  attraverso un dispositivo fastidioso? E così non beviamo neppure il drink primo o dopo la visione.
Non basta: è una scelta discutibile quella di spronare l’uso (abuso) di tamponi rapidi, che sono una spesa per imprenditori e famiglie e non danno alcuna garanzia sul risultato. La sola certezza: incrementano ansia, caos e costi da gestire.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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