Low alcol, certo, ma non solo. Fra i trend che stanno trasformando la mixology e il mondo dei locali, oggi, ci sono anche l’abbinamento fra cocktail e “comfort food” o il ritorno dei locali notturni in cui si può ballare ma anche bere bene. E non solo…
Sono infatti solo alcune delle nuove tendenze in fatto di aperitivo e di nightlife che stanno accompagnando i cambiamenti dei gusti del pubblico, fra esigenze “healthy”, attenzione alle spese e voglia di divertirsi, come spiega ad ApeTime Nicola Olianas, global ambassador di Fratelli Branca, intervistato da Nicole Cavazzuti nell’ambito della manifestazione Mixology Experience a Milano. Un osservatorio privilegiato, quello di Olianas, che da diversi anni monitora le evoluzioni del mercato per conto di una delle più storiche e importanti aziende produttrici di alcolici in Italia.
L’intervista a Nicola Olianas, global ambassador di F.lli Branca
Quali sono, a tuo parere, le principali tendenze attuali nella mixology?
Innanzi tutto, continua il trend degli aperitivi amaricanti: negli ultimi dieci anni è aumentata esponenzialmente nelle drink list la presenza di cocktail a base bitter e vermouth. C’è poi un forte ritorno dei low alcol e dei sodati, che hanno conosciuto un vero e proprio boom durante la pandemia dal momento che possono essere preparati facilmente a casa. Noto anche una riduzione del numero di drink nei menu, il che significa che ci si concentra di più sui prodotti e meno su cocktail che soddisfano solo l’ego del bartender che li ha creati. E poi c’è una tendenza che nessun cocktail bar oggi può ignorare.
Quale?
Ormai non può esistere un cocktail bar senza food. D’altra parte, chi sa realizzare un buon cocktail program, con una proposta di 10 drink efficaci, sa benissimo lavorare anche su un food program, mettendo a punto 10 proposte food o bar snack altrettanto efficaci. Così, oltre che per i cocktail, la clientela può essere fidelizzata anche attraverso il comfort food, offrendo il miglior burger, waffle, pollo fritto… Grazie al food, molti clienti restano più a lungo in un locale, spendendo meno rispetto a una classica cena al ristorante dopo l’aperitivo.
Allo stesso tempo, sono sempre più numerosi i ristoranti che stanno aprendo alla mixology.
Sì, però nella ristorazione, in generale, non vedo lo stesso dinamismo nell’adattarsi a questo trend. Per lo più restano ristoranti “puri” che includono anche una proposta cocktail nella propria offerta.
Il ritorno di cocktail colorati e locali notturni
Torniamo ai drink: quali altre evoluzioni possiamo osservare?
Da parte dei bartender c’è una crescente tendenza a utilizzare i prodotti come semplici tool di lavoro, promuovendo sempre meno i relativi brand nel menu. Mentre, fra il pubblico, stanno tornando di moda i cocktail colorati, fluorescenti, perché oggi il drink deve anche essere divertente.
Per quanto riguarda i locali, negli ultimi anni abbiamo visto dilagare street bar, speakeasy, restaurant cocktail bar… E ora, che cosa possiamo aspettarci?
Volendo fotografare la realtà italiana, penso che oggi non esista un comune al di sopra dei 15mila abitanti in cui non vi siano almeno uno o due cocktail bar d’eccellenza. E ora c’è un ritorno del “locale notturno”: da Milano a Roma, ma anche nel resto d’Italia, finalmente oggi ci sono posti in cui si può ballare, ci si diverte e allo stesso tempo si beve bene! Una cosa impossibile solo una decina di anni fa…