HomeBirraBirre ancestrali: com’era la birra dei celti?

Birre ancestrali: com’era la birra dei celti?

Alla scoperta delle birre ancestrali: com’era la birra dei celti?

Nel corso dei secoli l’arte birraria ha subito numerosi mutamenti per quanto riguarda le tecnologie produttive, che hanno portato sia ad un grande ampliamento del numero degli stili brassicoli, sia ad un crescente miglioramento qualitativo dell’antica bevanda ed anche al progressivo declino di alcune metodologie di lavorazione.

Il progresso non ha però cancellato del tutto il retaggio culturale lasciato in eredità dagli antichi mastri birrai: questo si è verificato, in particolar modo, in alcune aree del nord Europa (a partire da quei territori che oggi sono la Germania settentrionale, il Belgio e l’Olanda).

Lo sviluppo della storia della birra moderna infatti si lega anche a quella delle popolazioni celtiche che abitavano nelle isole britanniche e nell’Europa centrale tra l’VIII e il V secolo a.C.: con buone probabilità furono proprio i Celti a far conoscere la birra ai romani quando questi li colonizzarono e fecero della Gallia una provincia dell’Impero romano.

Questa popolazione usava bere la cervogia o birra senza luppolo, detta anche ‘ceruisia’, oppure una birra d’orzo ambrata, leggermente tostata ed affumicata (la ‘kerewos’, espressione che significava ‘cervo rosso’): senza dubbio però, come riportano gli storici del tempo, era la prima la bevanda amata anche dai romani.

Presso i Celti, inoltre, erano conosciute anche altre bevande simili, quali l’’Alica’, nutriente, depurante e leggera, la ‘Celia’ o ‘Ceria’, di frumento e farro, il ‘Bryton’, di media gradazione a prevalenza d’orzo ed il ‘Camum’, realizzato con miglio e con miele, di colore bruno.

Quello delle birre che venivano prodotte più di 5mila anni fa è senza dubbio un argomento molto affascinante, che nel corso dei secoli è stato oggetto di ricerca da parte degli studiosi di vari settori: recentemente, è stata fatta una scoperta davvero importante che ha consentito d’iniziare a svelare i segreti della birra celtica.

Gli scienziati dell’Università Carlo di Praga e dell’Università Palacký di Olomouc, infatti, da alcuni anni, stanno effettuando degli scavi in un sito archeologico risalente all’età del ferro e situato nei pressi di una grotta della Moravia chiamata ‘Grotta del toro’.

Qui, fra le altre cose, sono stati rinvenuti 40 scheletri, una vasta collezione di gioielli realizzati in ambra, vetro, bronzo, oro e altri materiali, ceramiche, armi, attrezzi per la metallurgia, ma soprattutto, per quanto riguarda l’importante ritrovamento inerente la birra celtica, sono stati in grado di estrarre il polline da diversi di questi oggetti.

L’analisi di questo elemento, eseguita dall’Istituto botanico di Brno, ha rivelato la presenza di tracce di diversi cereali come il miglio e di varie erbe aromatiche nei campioni: questi erano alcuni gli ingredienti comunemente utilizzati dai celti nella produzione della bevanda.

birra

Quello che però ha maggiormente sorpreso gli studiosi è stata la presenza del trifoglio, un ingrediente davvero insolito, di norma non impiegato nella produzione della birra, soprattutto a quei tempi: si è ipotizzato che questo elemento fosse utilizzato per addolcire la bevanda data la dolcezza del suo polline del quale si nutrono le api per produrre il miele.

Solitamente, infatti, nelle birre preistoriche erano presenti ingredienti che servivano a migliorarne il gusto ed altri che venivano utilizzati per conservarla: fra i secondi vi erano diverse botaniche, fra le quali la salvia e l’artemisia, che donavano alla bevanda un sapore molto aspro e amaro.

Come riportato da Zuzana Golec-Mrová, direttrice degli scavi, gli scienziati ritengono inoltre che le materie prime per la produzione della birra fossero deposte nelle tombe come offerte rituali, una pratica comune tra i celti e anche in altre antiche culture come quella dell’Antico Egitto.

Nel corso di quel periodo storico infatti era abbastanza normale per le persone della nobiltà equipaggiare i loro defunti con tutto quello di cui potevano aver bisogno nell’aldilà, in particolar modo cibo, vasi di ceramica, gioielli, armi e anche bevande, fra cui la birra.

L’aspetto più importante da sottolineare fra quelli emersi dalle analisi condotte in laboratorio, è il fatto che questa birra era priva di luppolo poiché l’uso di questo ingrediente non era contemplato: la birra celtica quindi era una bevanda alle erbe caratterizzata da un sapore assai acre.

I ricercatori hanno inoltre annunciato che, nei prossimi mesi, in collaborazione con alcuni birrifici, verrà realizzata e messa in commercio la riproposizione di questa bevanda ancestrale e, a tal riguardo, Golec Mírova ha spiegato: “I consumatori troveranno il sapore leggermente diverso rispetto a quello delle moderne birre a causa della mancanza del luppolo e dei sapori conferiti da alcune erbe che erano sconosciute ai celti, ma che oggi fanno parte della produzione birraria”.

Una bevanda che ai palati più esperti, con ogni probabilità, ricorderà, per l’aroma deciso che sprigionerà, il gruit, ovvero l’antenata delle moderne birre assai diffusa nell’Europa centrale fino a tutta l’epoca medioevale ed anch’essa priva del medesimo cereale in tutte le sue ricette.

Senza dubbio, questa scoperta e la birra a cui darà origine, sono riuscite a ravvivare la sacralità della bevanda più famosa e amata d’Irlanda, avvalorando il mito che da sempre la caratterizza e che, a livello planetario, l’ha resa uno dei simboli per eccellenza del Paese dalle colline verde smeraldo.

Redazione ApeTime
Redazione ApeTimehttps://www.apetime.com
ApeTime è un sistema di portali digitali e profili social dedicati a Bar, Ristoranti e Hotel che propongono Cocktail, Aperitivi, Food, Beverage, Hospitality e a tutte le aziende fornitrici del settore Ho.Re.Ca.

Aziende • Prodotti • Servizi

VINO

Dolce Salato